Succo di frutta fatto in casa foto di Laura Ramerini
Succo di frutta fatto in casa foto di Laura Ramerini

La disidratazione nell’anziano

La disidratazione nell’anziano è un fenomeno molto frequente che se sottovalutato può diventare fatale portando addirittura nei casi più gravi al coma e all’impasse renale.

Bisogna specificare che la disidratazione nell’anziano può avvenire in qualunque momento dell’anno anche se è l’estate e il caldo il periodo dove questo fenomeno avviene per la maggiorparte.

IL CONTENUTO IDRICO CONTENUTO NELL’ORGANISMO DELLANZIANO E DEL GIOVANE

E’ bene sottolinerare che il contenuto idrico contenuto nell’organismo di un soggetto adulto è diverso da quello contenuto in una soggetto giovane.

Gli anziani possiedono circa il 45% di acqua mentre i giovani ne possiedono il 60%, perché dunque questa differenza?

La riposta sta nello sviluppo della propria massa grassa, del tessuto adiposo.

Gli anziani, infatti, tendono a sviluppare la propria massa grassa a discapito di quella muscolare.

La massa muscolare è in grando di immagazinare grandi quantità di acqua rispetto alla massa grassa che invece ne può contenere una quantità limitata.

BERE SOLO QUANDO SI HA SETE?

Non tutti sanno che quando si ha sete è perché siamo già in deficit di acqua, in carenza di liquidi e che è necessario ripristinarli il prima possibile.

Quindi, la riposta è no: è necessario bere prima di giungere a questo deficit di liquidi, regola che vale per tutti giovani e meno giovani.

LA CENTRALINA DELLA SETE

Il problema è che nell’anziano, con il passare degli anni, il senso della sete andrà sempre a diminuire ma a questo c’è una spiegazione.

Nel nostro cervello, infatti, è presente una specie di centralina della sete, cioè una serie di neuroni, chiamati osmocettori, responsabili dello stimolo della sete, in quanto sono in grado di attivare e inibire lo la senzazione di sete.

Negli anziani la centralina della sete non funziona molto bene in quanto i neuroni non fanno più il loro dovere: è per questo che gli anziani sentono sempre meno la voglia di bere.

Da qui l’importanza di invogliarli a bere specialmente da parte dei parenti è fondametale.!

QUANTO BERE?

Per sapere la quantità circa di acqua che un soggetto sano e in buona salute dovrebbe bere, basterà moltiplicare il peso della persona per un coefficiente di 0,03, in estate questi cambia e diventa 0,035.

Per esempio una persona che pesa 70 Kg x 0,035= 2, 45 lt. di acqua è la quantità di acqua che dovrebbe bere in estate

A grandi linee un soggetto in salute dovrebbe bere in media al giorno circa 8 bicchieri di acqua.

Bisogna dire che la quantità di liquidi dovrà essere deciso in base alla situazione cardiaca e renale del soggetto a prescindere se si tratta di anziani o giovani.

Se infatti si decide di aumentare l’apporto di liquidi in un soggetto che possiede già patologie cardiache questo porterà a un sovraccarico di lavoro da parte di un cuore già compromesso provocando problematiche come degli scompensi cardiaci per esempio.

CAUSE DELLO SQUILIBRIO IDRICO

Lo squilibrio idrico può essere dovuto o a un apporto insufficiente di acqua o ad una sua perdita anomala.

Una delle cause di insufficiente apporto di acqua e quindi della disidratazione nell’anziano è dovuto come abbiamo già visto al mal funzionamento della centralina della sete a carico di neutroni ma a questa si può aggiungere anche l‘incapacità motoria e cognitiva del soggetto a reperire liquidi e alla presbifagia.

La presbifagia è una patologia che riguarda in modo specifico l’anziano e riguarda la difficoltà a deglutire sia cibi solidi che liquidi.

Solitamente si parta della difficolà ad assumere liquidi mentre la difficoltà di assumere cibi solidi riguarda patologie tumorali o riguardanti la struttura ossea di particolari organi dediti alla deglutizione.

In caso di difficoltà a deglutire i liquidi, caso più frequente, esistono in commercio degli addensanti come l’acqua in gel reperibile in farmacia oppure addensanti naturali da aggiungere alle pietanze come fecola di patate o la colla di pesce che aiutano molto.

La perdita di liquidi può avvenire per un’eccessiva sudorazione ( febbre o eccessivo calore), per disturbi gastrointestinali ( vomito e diarrea), per poliuria ( abbondanti perdite di urina ) o per patologie specifiche come quelle renali.

Un altro motivo che induce a perdere liquidi e a favorire una disidratazione nell’anziano è senzadubbio l’uso di diuretici, chi soffre di ipertensione assumendo la comune pillola per la pressione alta, ha necessità di urinare frequentemente specialmente la notte.

SINTOMI DI DISIDRATAZIONE

Inizialmente la sintomatologia della disidratazione nell’anziano è blanda e lieve, solo se prolungata nel tempo provoca sintomi e conseguenze importanti.

I sintomi principali di disidratazione sono debolezza muscolare, astenia, confusione, ipotensione, tachicardia, la mucosa secca ( la lingua appare ruvida e con presenza di solchi ), la cute secca, diminuzione della sudorazione, nausea, inappetenza.

Un modo molto spicciolo per vedere se una persona è disidrata è quello di pizzicare con due dita la pelle: se dopo aver rilasciato le dita la pelle ritorna al suo stato iniziale dopo alcuni secondi e non subito significa che la persona è disidrata.

Un organo che sappiamo tutti essere collegato con l’acqua sono i reni, per mantenerli in buona salute, dato che anche loro invecchiano, è necessario bere in maniera equilibrata.

Per valutare la gravità della disidratazione di una persona basta fare una esame del sangue e valutare gli indici dell’urea, sostanza tossica prodotta dal fegato che indica lo stato di salute dei nostri reni.

Avere un valore alto di urea significa trovarsi difronte ad una grave sofferenza renale a cui si deve porre rimedio immediatamente per evitare che la situazione precipiti.

I sitomi che si riconducono ad un urea alta sono nausea, vomito e inappetenza.

PREVENZIONI E RIMEDI ALLA DISIDRATAZIONE

  • Monitorare giornalmente l’assunzione di liquidi riempiendo per esempio delle bottiglie di acqua ed usarle non solo per bere ma anche per cucinare.
  • Controllare la produzione delle urine al giorno o raccogliendole in un contenitore oppure semplicemente pesando il pannolone per praticità.

Se dal controllo dei liquidi si nota una scarsa emissione di urine accompagnata all’incapacità di una buona idratazione bisogna subito rivolgersi al medico il quale adotterà immediatamente delle terapie infusionali e prescriverà esami del sangue per controllare l’alterazione di valori di minerali come sodio e potassio che devono rientrare entro dei limiti precisi.

In caso di disidratazione il valore del sodio aumenta, mentre si abbassa in caso di assunzione sistematica di diuretici o patologie renali.

Il valore invece del potassio solitamente negli anziani tende ad essere piuttosto basso non solo per l’assunzione di diuretici ma anche per l’uso e abuso di lassativi.

Quindi limitare l’uso del sale e preferire cibi ricchi di potassio come legumi, frutta secca, verdere a foglia verde, pesce ( salmone e merluzzo ), frutta fresca ( melone, kiwi, banane, albicocche).

E’ meglio limitare l’uso di integratori solo per un breve periodo in quanto se assunti a lungo andare possono diventare problematici per la salute

Solitamente è bene fare dei controlli ogni anno per monitorare gli indici dei sali minerali, specialmente se siamo costretti ad assumare diuretici.

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